Carissimo Francovitale (ricordo che così
ti piaceva firmare qualche articolo su “Il Paese”) convengo con te sulle cose
che scrivi e, da ultimo, sulla “atonia” di tanti in merito al degrado che ci
circonda. A questo punto però conviene lasciare la parola ai classici. Meglio rileggere
Francesco De Sanctis che scrisse parole insuperabili già un secolo e mezzo fa ("La società civile non c’è. Pensa solo
ai fatti suoi", da, L’educazione politica, in “Il Diritto”, 11 giugno
1877):“La fiacchezza di carattere, la codardia morale, la sfrontata menzogna, la dissimulazione dei proprii fini, costituiscono un’atmosfera equivoca da demi-monde, nella quale si putrefà questa mezza coltura. Partiti politici non possono esistere, dove si tiene in saccoccia due o tre bandiere, pronti a mostrar questa o quella secondo il bisogno. Sento già dire conservatori progressisti o progressisti conservatori, e anche moderati progressisti. Sono vergogne, quando non siano ingenuità dell’ignoranza. La confusione dei vocaboli attesta la confusione delle coscienze, via aperta alla corruttela politica. In luogo di alzare la moltitudine a noi, scendiamo noi a quella, e le rubiamo la sua politica di campanile e facciamo politica regionale, provinciale e comunale. I bassi fondi salgono su, e comunicano la loro aria da trivio alle più alte regioni. I più arditi prendono aria di bravi; i più accorti scambiano l’arte di Stato con la furberia e l’intrigo.
Cosa è la politica? Politica è farsi gli amici e gli alleati, vantare
protezioni e relazioni, parlare a mezza bocca, congiungere l’intimidazione con
la ciarlataneria. Politica istintiva della mediocrità e dell’ignoranza, che si
pratica benissimo fino ne’ più umili villaggi, da chi vuol essere sindaco o
almeno consigliere comunale. In mezzo a queste piccolezze, il paese lavora e
produce e progredisce, e alza le spalle e non vuol saperne di politica, e
pronto a fare il suo dovere, lascia soli gli attori assistendo al più a quegli
spettacoli che abbiano luce di curiosità o di novità.
Forse il mio quadro è un po’ fosco, e
certo non corrisponde così appuntino a tutta l’Italia. Forse il male è men grave che a me non
pare. Ma, piccolo o grande, il male c’è, e il primo metodo di cura è
riconoscerlo francamente.”
Da parte mia posso solo aggiungere che la
situazione, da allora, si è aggravata perché non trovo riferimenti positivi in
chi per censo, cultura o autorità dovrebbe dare esempi positivi.
Le nostre classi dirigenti, a tutti i
livelli, stanno mostrando il peggio proprio in presenza di una crisi economica (e
non solo) grave e devastante. Sono tutti aggrappati ai privilegi.
Chi non è capace di sacrifici non può dare
ordini o condannare altri.
Mancano vere autorità morali e
dunque gli altri si arrangiano.
