I volti oscurati
L’oscuramento dei volti dei minori, salvati dalle macerie o sopravvissuti alle scosse del terremoto, è il supremo esempio della stupidità del politicamente, socialmente corretto, come oggi si dice. Nevrastenie che si fanno legge, circolari, direttive, che producono conseguenze nefaste per il racconto, attuale e poi storico.
Pensiamo a quante fotografie sono divenute celebri e che raccontano, più di tanti volumi, gli orrori della guerra, delle violenze e dei soprusi.
Cosa ne sarebbe della fotografia del bambino intruppato in una fila durante un rastrellamento del ghetto di Varsavia? Tolto il volto, oscurato, perderebbe ogni carica emotiva, che pure ha suscitato nei molti che hanno visto quella foto. Oscurato il volto, parrebbe una scenografia cinematografica, finzione: avrebbe ucciso la possibilità del protagonista (sopravvissuto alla guerra) di poter dire “ero io”.
Tempi diversi, sensibilità diverse? Credo si tratti di stupidità che si fa legge, nevrastenia che si fa cultura dominante.
La foto con la bambina, nuda, che corre per le strade desolate del Vietnam in fiamme, con il volto oscurato cosa avrebbe raccontato? Niente.
Sensibilità all’estremo, coerente con la nevrastenia che si fa legge, dovrebbe indurre cameraman e fotografi ad oscurare anche i volti degli adulti sopravvissuti. Ma qui vengono in mente le tante immagini scattate da famosi fotografi: che valore avrebbe avuto la foto del miliziano morente durante la guerra civile in Spagna? e quella del pastore siciliano che indica la strada al militare americano accovacciato? Entrambe scattate da Bob Capa, col volto oscurato dei protagonisti avrebbero solleticato solo curiosità, non avrebbero invece comunicato impressioni e sensazioni per cui sono universalmente note.
La nevrastenia politicamente corretta giunge a produrre conseguenze nefaste, annullare la possibilità per i protagonisti di poter dire, un giorno, “io c’ero, ho vissuto quella brutta esperienza”. Parliamo ovviamente di vicende pubbliche e non private, come lo è un terremoto e quello che consegue dopo.
Perché la nevrastenia che si fa legge oscura i volti? La spiegazione resta la sola possibile e sta tutta nella preoccupazione culturalmente fondante della civiltà corrente, ovvero quella della supremazia del benessere individuale: il dolore deve essere cancellato dalla vita degli individui, non se ne deve avere ricordo, non deve essere mostrato, deve essere occultato: guasta lo spettacolo della vita bella e dunque si azzerano i testimoni del dolore. Così piace fare e così si impone di fare
martedì 30 agosto 2016
mercoledì 19 febbraio 2014
Calibrare gli sciacquoni!
Nuovi ordini della Commissione europea
« Normaliser la contenance des cuves de WC dans
l'Union.
Ce sera 5 litres pour l'évacuation dans les toilettes et
1 litre pour les urinoirs (on pense bien sur à "la grosse/petite
COMMISSION"). »
Mentre la crisi
avanza inesorabile e FazioFabio guadagna con le sue scenenette melense, la Kommissione
europea attraverso i suoi innumerevoli comitati tecnici ha stabilito le misure
e i volumi degli sciacquoni. Norma necessaria per rendere omogenei gli impianti,
così come necessario si rivelò il calibro delle carote. Perché tutto deve
essere omologato, catalogato, organizzato. Queste ed altre novità sono imposte
attraverso meccanismi che sfuggono al controllo ed al potere politico come
storicamente inteso.
Il potere
del popolo che si manifesta concretamente con l’elezione delle sue rappresentanze,
che determinano le politiche dello Stato, è oggi sovvertito attraverso il
meccanismo di trattati(volutamente complessi ed incomprensibili) firmati da
governi che delegano poteri senza limiti di contenuti e di tempo ad organismi
sovranazionali di dubbia valenza democratica.
Tutto quello
che sta avvenendo nel mondo occidentale (Europa, America) ormai sfugge al
volere dei cittadini; di segnali ce ne sono troppi, così come le distrazioni
tante.
Mentre si
passa da un governo all’altro nei Paesi in crisi, senza che elezioni e parlamenti
intervengano in momenti così cruciali, si firmano trattati che ancor di più
legheranno Stati e popolazioni a normative imposte dalle più o meno note sigle
della tecnocrazia internazionale.
Nella
riservatezza più assoluta o meglio in totale segretezza è in fase di
elaborazione un trattato euro americano che ampli ancor di più il mercato di
libero scambio. Il sistema per funzionare ha bisogno di numeri sempre più
grossi. Conclusione sarà che gli Stati come li conosciamo avranno sempre meno
capacità di governo con le loro tradizionali istituzioni e sempre più saremo
governati da organismi di dubbia legittimazione democratica, che imporranno,
come già fanno, cambiamenti epocali (Lori
Wallach, da Le Monde diplomatique, chiede:
Possiamo immaginare delle multinazionali trascinare in giudizio i governi i cui
orientamenti politici avessero come effetto la diminuzione dei loro profitti?
Si può concepire il fatto che queste possano reclamare – e ottenere! – una
generosa compensazione per il mancato guadagno indotto da un diritto del lavoro
troppo vincolante o da una legislazione ambientale troppo rigorosa? Per quanto
inverosimile possa apparire, questo scenario non risale a ieri.”).
E’ di
questi giorni l’imposizione da parte del solito comitato tecnico dell’introduzione
in Europa e dunque obbligatorio per tutti gli Stati dei semi OGM. La Stampa:”Oltre metà dell’Europa non è d’accordo, ma non
c’è molto da fare: la coltivazione del mais geneticamente modificato 1507
prodotto dal gruppo americano Pioneer sarà con ogni probabilità autorizzata in
tutto il continente.”. Nessuno ne parla, nessuno protesta.
In una situazione in cui appare sempre più evidente che le classi dirigenti
sono indaffarate a ripararsi dalla crisi ed a trarre ulteriori vantaggi, si impone
da parte di comitati infarciti di rappresentanti delle stesse multinazionali interessate l’uso di semi che non solo sono sospetti sul piano sanitario, ma costituiscono
l’espropriazione della libertà di coltivazione degli agricoltori. Con questi
semi(brevettati) sarà necessario ogni anno rifornirsi presso i grandi produttori
che ne hanno imposto l’uso (Monsanto, Dupoint). Addio all’agricoltura delle
diversità (a questa diversità!) e della autoproduzione delle sementi: gli
affari non permettono più queste antiche libertà.
Si vorrebbe
un’informazione e una discussione su argomenti cruciali come questi e tanti
altri, ci tocca assistere alle facezie nostrane. Inutili, perché si avverte
ormai da parte di molti che nulla più si decide a Roma se non la spartizione
delle risorse e l’aggravio delle tasse. L’aumento costante delle astensioni
agli appuntamenti elettorali dimostra che tanti cittadini sentono la democrazia
come un simulacro vuoto e senza contenuti e che una classe dirigente, oramai da
anni, ha abdicato alle proprie responsabilità.
Si è rotto
il patto tra cittadini e governanti perché i governanti hanno delegato tutto a
superiori decisori.
Qui restano
le rimasuglie del potere.
venerdì 31 gennaio 2014
Strano Paese
Da vent’anni si discute di leggi elettorali ed ancora se ne
propongono altre. Il tutto mentre la “dottrina Marchionne” impone scelte, in
presenza di classi dirigenti incapaci di prendere provvedimenti all’altezza di
una crisi senza precedenti.
Il Parlamento, che dovrebbe decidere secondo i primi connotati
di una legge, ovvero che sia generale ed astratta, mutato in un laboratorio
dove il consenso degli elettori (che dovrebbe avere lo stesso peso, essendo i cittadini uguali
secondo la Costituzione) viene azzerato con soglie di sbarramento artificiose,illogiche,discriminanti.
I tentativi di recupero di questo o quel partito (la Lega a destra, Sel a
sinistra) con fantasiose deroghe alle quote di sbarramento (la prima perché potrebbe
avere 9% di voti in almeno tre regioni, la seconda perché potrebbe risultare
seconda lista nella coalizione) richiamano scene della migliore “commedia all’italiana”:
“I magliari” per esempio.
Tutto questo per dare corpo ad una vocazione tipicamente
berlusconiana ovvero quella del “un solo uomo al comando” così come il
cavaliere ha preteso fin dal ’94 e che ha imposto con tutti i mezzi che aveva a
sua disposizione, con una legge elettorale (il cd. Porcello) dichiarata
incostituzionale e finanche con una radicale riforma della Costituzione
sonoramente bocciata dagli elettori.
Peccato, il consenso ricevuto da chi si oppone alla destra,
pronunciando parole largamente presenti nell’area di sofferenza del Paese,
viene oggi svenduto per costruire un sistema ove primeggi un Faraone attorniato
da ciambellani e mandarini.
Solo in Italia si può pensare di costruire due caserme
elettorali senza passare per l’ovvio sistema maggioritario uninominale o veri sistemi
a doppio turno. Solo in Italia si può pensare ad una legge elettorale che
prevede un primo turno dove si rubacchiano i voti degli elettori di altre liste
e poi si propone un secondo turno dove i magliari si giocano il bottino
acquisito.
Ha ragione Sartori, qui non si ha un’idea della politica, si
gioca con i sondaggi e con le attese dei maggiorenti, senza tener conto di
principi fondamentali previsti dalla Costituzione. Dalla legge Acerbo del 1923,
alla legge Ruini del 1953, mai si era visto un tale accumulo di furbizie in una
legge elettorale.
Nel frattempo le grandi imprese vanno all’estero oppure
propongono stipendi a 800 euro al mese. Hanno ragione, in questo Paese di furbi
dove nessuno aggredisce i privilegi delle caste e si gioca a rubamazzetto elettorale,
l’unica via è quella di imporre il comando del capitale. Se non si tagliano i
costi dell’apparato pubblico le imprese tagliano gli stipendi netti. Insomma,
visto che non si è capaci di tagliare gli stipendi ai Mastropasqua pagati con
contributi e ritenute dei lavoratori e delle imprese, gli imprenditori tagliano
le paghe nette dei dipendenti.
Pur di resistere sulle dorate
poltrone le caste guardano altrove e i cittadini non si ribellano.
Strano Paese.
sabato 28 settembre 2013
C'è chi la pensa diversamente
«Altra grave sfida all’identità della Russia è legata ad eventi che hanno luogo nel mondo. Sono aspetti insieme di politica estera, e morali. Possiamo vedere come i Paesi euro-atlantici stanno ripudiando le loro radici, persino le radici cristiane che costituiscono la base della civiltà occidentale. Essi rinnegano i principi morali e tutte le identità tradizionali: nazionali, culturali, religiose e financo sessuali. Stanno applicando direttive che parificano le famiglie a convivenze di partners dello stesso sesso, la fede in Dio con la credenza in Satana.
La “political correctness” ha raggiunto tali eccessi, che ci sono persone che discutono seriamente di registrare partiti politici che promuovono la pedofilia. In molti Paesi europei la gente ha ritegno o ha paura di manifestare la sua religione. Le festività sono abolite o chiamate con altri nomi; la loro essenza (religiosa) viene nascosta, così come il loro fondamento morale. Sono convinto che questo apre una strada diretta verso il degrado e il regresso, che sbocca in una profondissima crisi demografica e morale.
E cos’altro se non la perdita della capacità di auto-riprodursi testimonia più drammaticamente della crisi morale di una società umana? Oggi la massima parte delle nazioni sviluppate non sono più capaci di perpetuarsi, nemmeno con l’aiuto delle immigrazioni. Senza i valori incorporati nel Cristianesimo e nelle altre religioni storiche, senza gli standard di moralità che hanno preso forma dai millenni, le persone perderanno inevitabilmente la loro dignità umana. Ebbene: noi riteniamo naturale e giusto difendere questi valori. Si devono rispettare i diritti di ogni minoranza di essere differente, ma i diritti della maggioranza non vanno posti in questione.
Simultaneamente, vediamo sforzi di far rivivere in qualche modo un modello standardizzato di mondo unipolare e offuscare le istituzioni di diritto internazionale e di sovranità nazionale. Questo mondo unipolare e standardizzato non richiede Stati sovrani; richiede vassalli. Ciò equivale sul piano storico al rinnegamento della propria identità, della diversità del mondo voluta da Dio».(V. Putin, Valdai, settembre 2013)
La “political correctness” ha raggiunto tali eccessi, che ci sono persone che discutono seriamente di registrare partiti politici che promuovono la pedofilia. In molti Paesi europei la gente ha ritegno o ha paura di manifestare la sua religione. Le festività sono abolite o chiamate con altri nomi; la loro essenza (religiosa) viene nascosta, così come il loro fondamento morale. Sono convinto che questo apre una strada diretta verso il degrado e il regresso, che sbocca in una profondissima crisi demografica e morale.
E cos’altro se non la perdita della capacità di auto-riprodursi testimonia più drammaticamente della crisi morale di una società umana? Oggi la massima parte delle nazioni sviluppate non sono più capaci di perpetuarsi, nemmeno con l’aiuto delle immigrazioni. Senza i valori incorporati nel Cristianesimo e nelle altre religioni storiche, senza gli standard di moralità che hanno preso forma dai millenni, le persone perderanno inevitabilmente la loro dignità umana. Ebbene: noi riteniamo naturale e giusto difendere questi valori. Si devono rispettare i diritti di ogni minoranza di essere differente, ma i diritti della maggioranza non vanno posti in questione.
Simultaneamente, vediamo sforzi di far rivivere in qualche modo un modello standardizzato di mondo unipolare e offuscare le istituzioni di diritto internazionale e di sovranità nazionale. Questo mondo unipolare e standardizzato non richiede Stati sovrani; richiede vassalli. Ciò equivale sul piano storico al rinnegamento della propria identità, della diversità del mondo voluta da Dio».(V. Putin, Valdai, settembre 2013)
martedì 24 settembre 2013
Arrangiatevi!
Sembrano sotto tono i commenti sulle
elezioni tedesche. La spiegazione, in parte, è dovuta al confronto tra sistemi
elettorali diversi e alla capacità di questi di dare risposte ai problemi.
Contrariamente a quanto temono tanti esponenti nostrani di ogni parte politica,
il paese leader dell’Europa si governa con un sistema elettorale proporzionale,
senza premi di maggioranza e con una soglia di sbarramento congrua ma non
proibitiva per minoranze politiche significative (5%).
Da noi va avanti da anni un dibattito
alquanto sciocco che vorrebbe risolvere tutti i problemi di questo mondo o almeno
del governo del Paese con formule demagogiche. Con un voto gli elettori
dovrebbero votare una super maggioranza (adulterata con un illogico premio
elettorale) con lo stesso voto dovrebbero votare il capo del governo, il tutto
da durare per un’intera legislatura e senza tenere conto di quanto nel
frattempo possa politicamente succedere.
Questa visione dei sistemi istituzionali
denota un pressapochismo che si giustifica con la pari inconcludenza che emerge
dal governo dell’economia. Nemmeno negli Usa o in Francia, ove pure si elegge
direttamente il capo dello stato con poteri più o meno ampi di conduzione del
governo, l’elettore determina tanti effetti con un solo voto. Sempre i sistemi
istituzionale ed elettorali nei paesi democratici prevedono tempi e modalità
diverse per la composizione degli organi istituzionali.
Mente da noi super maggioranze alla Camera
(55% dei seggi) vengono assegnate a partiti con il 25 per cento di voti, in
Germania la Merkel col 42 % di voti deve guardarsi intorno per formare una
maggioranza di governo. E’ il bello della democrazia e la Germania guida l’economia
e la politica del continente. Come diceva Hans Kelsen?:«il sistema della
rappresentanza proporzionale costituisce la maggiore approssimazione possibile
all’ideale dell’autodeterminazinne in una democrazia rappresentativa e quindi
il sistema elettorale più democratico». Loro tengono presente la lezione, da
noi invece si chiacchiera….
L’altra ragione per la quale i commenti ai
risultati elettorali tedeschi si rivelano freddi è dovuta forse al ricordo di
quanto la cancelliera ha già detto tempo fa e che oggi, ringalluzzita dall’ampio
consenso ricevuto, potrebbe confermare:«Non vedo la possibilità di mutualizzare
i debiti finché vivrò».
L’attesa prudente che i nostri hanno
osservato per non disturbare le elezioni in Germania si spiegava forse in un
diverso risultato atteso per le elezioni a Berlino. Chi conosce la politica in
Germania sa che non solo la Merkel ma quasi tutte le parti politiche, nonché l’intero
elettorale, non hanno alcuna voglia di sobbarcarsi il debito e i disastri
finanziari del sistema Italia. La Merkel non potrà fare nulla di quanto
immaginavano fino a pochi giorni fa a Roma. E del resto perché dovrebbe farlo?
Uno Stato che può pagare un giudice costituzionale 430 mila euro all’anno e che
gli consente di lucrare due laute pensioni, è uno Stato ricco e non ha bisogno
di aiuti. Agli speranzosi italioti i tedeschi possono oggi dire:"arrangiatevi".
martedì 17 settembre 2013
Ora pro nobis
Un
recente articolo del giornale “Guardian” descrive l’Information Dominance Center della NSA,
la sala comando della potente agenzia di spionaggio Usa, resa ancor più celebre
di recente dalla vicenda di Snowden. Si tratta di un enorme open-space molto
simile alla sala di controllo che si vede nella serie, e nei film, di Star
Trek. Una postazione di comando centrale
e una serie di poltroncine per i fedelissimi che lavorano sotto la direzione
del capo (Keith Alexander). L’articolo spiega che
Alexander già operava in un ambiente simile presso un’altra agenzia militare e
racconta:“Legislatori ed altri grossi papaveri fecero a turno per sedersi nella
poltrona in pelle del Capitano, posta al centro della stanza e vedere cosa
Alexander – amante dei film di fantascienza – faceva comparire sul grande
schermo. Un ufficiale in pensione incaricato di accompagnare i VIP in visita
ricorda che «Tutti volevano sedersi su quella poltrona almeno una volta e
sentirsi dei Jean-Luc Picard». Con quel fantascientifico centro di comando
Alexander impressionava i membri del Congresso, poi si sedeva e spiegava in
linguaggio semplice le complicazioni della tecnologia moderna dimostrando una
padronanza dell’argomento che intimidiva tutti quelli che non la possedevano.”. La brochure dello
studio di architetti che ha realizzato l’opera spiega” la disposizione
futuristica, ma chiaramente in stile militare, è ulteriormente enfatizzata dal pannello del Comandante che da
l’illusione di essere a bordo di una nave spaziale».
Ora pro nobis.
sabato 7 settembre 2013
Guerre che iniziano, guerre che finiscono
A SanPietroburgo Obama ha detto:
“Non sono stato eletto per iniziare le guerre ma per finirle”. Quale o quali
guerre? Quella in Siria, che evidentemente non poteva essere sostenuta da
opposizioni vissute in regime totalitario con eserciti e polizie efficienti?
L’affermazione di Obama si presta
anche ad un’altra lettura, ovvero che il presidente Usa sente il dovere di
completare un ciclo di iniziative belliche già pianificate da tempo.
La traccia di quanto riferito può
essere seguita sul web riferendosi a quanto riporta il Pnac (Project for new
american century) un centro studi che ha elaborato tesi di politica estera e
militare a partire dagli anni di Clinton fino alla presidenza di Bush jr. Con
Bush jr, anzi, molti esponenti di Pnac sono entrati nelle stanze del governo,
con ruoli chiave.
Dunque Obama segue il percorso
tracciato da quegli uomini (Rumsfeld, Cheney, Wolfowitz….)? Un percorso, una
lista di cose (guerre) da fare, stilata a partire dal 1997? Ci sono pochi
precedenti nella storia di “road map” così estese nel tempo e nello spazio…e
così coerentemente seguite da chi, pro tempore, governa. Complimenti.
Cosa diceva (e cosa dice) il Pnac?:"la
leadership americana è un bene sia per l'America che per il resto del mondo….questa
leadership richiede forza militare, energia diplomatica e affidamento a
principi morali….troppo pochi leader politici oggi stanno preparando la
leadership globale". Il documento del PNAC presenta “un
progetto per conservare la preminenza globale degli Stati Uniti, impedendo il
sorgere di ogni grande potenza rivale, e modellando l'ordine della sicurezza
internazionale in modo da allinearlo ai principi e agli interessi americani…Questa
grande strategia americana deve essere indirizzata il più lontano possibile
verso il futuro”. Gli autori del Pnac invitano gli Stati Uniti a “combattere e
vincere in maniera decisiva in teatri di guerra molteplici e contemporanei”.
Il rapporto descrive le forze armate statunitensi all'estero come la 'cavalleria lungo la nuova frontiera americana'.
Il rapporto descrive le forze armate statunitensi all'estero come la 'cavalleria lungo la nuova frontiera americana'.
Antiamericanismo? No, perché ci
sono molti motivi per apprezzare quel Paese, senza dover soccombere all’informazione
ufficiale, da agenzia stampa copia-incolla e giornalisti a contratto. La chiarezza delle fonti originali
è piena, così come i documenti di Pnac ci dicono (dal 1997) che il percorso bellico
da seguire riguarda Afganistan, Iraq, Libia, Sudan, Iran, Siria. La Siria,
appunto.
Perché questa escalation bellica?
Le ragioni sono molte, ma proprio per non peccare conviene ricordare le parole
del generale Eisenhower pronunciate nel messaggio di fine mandato presidenziale
(gennaio 1961):” Questa congiunzione tra un immenso corpo di istituzioni
militari ed un'enorme industria di armamenti è nuovo nell'esperienza americana….Nei
concili di governo, dobbiamo guardarci le spalle contro l'acquisizione di
influenze che non danno garanzie, sia palesi che occulte, esercitate dal complesso
militare-industriale. Il potenziale per l'ascesa disastrosa di poteri che
scavalcano la loro sede e le loro prerogative esiste ora e persisterà in
futuro. Non dobbiamo mai permettere che il peso di questa combinazione di
poteri metta in pericolo le nostre libertà o processi democratici.”.
Ipse dixit.
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