
"Con tutta probabilità i mercati reagiranno positivamente, visto che temevano non ci fosse un intervento forte. Per il resto credo che la manovra vada valutata a bocce ferme, perché per ora dal punto di vista del segnale che doveva essere dato sul fronte dei tagli alla politica improduttiva, dei costi e dei privilegi della casta, della riduzione della spesa pubblica eccessiva è totalmente insufficiente". E' il commento di Gianluca Verzelli di Banca Akros (spesso lo si vede a Ballarò).
Così dunque il giudizio di un uomo di banca, assennato, razionale…insomma nulla a che fare con i catastrofisti:quello che ci vuole per confermare una sensazione, la delusione, che appare diffusa e che riguarda un po tutti gli ambienti politici.
Verzelli parla anche di effetti recessivi e si rammarica per i mancati tagli agli sprechi della spesa pubblica.
Per dirne una e tanto per rifarsi ad economisti della stessa parte del presidente Monti, pochi giorni fa sull’onda delle prime anticipazioni del decreto da varare Giavazzi ed Alesina (!) affermavano:”La Tabella A1 della Relazione trimestrale di cassa al 30.6.2010 riporta 15,5 miliardi di trasferimenti a imprese pubbliche e private, cioè oltre 30 miliardi di euro l'anno. Sono tutti davvero necessari? Quanti premiano imprenditori più abili a muoversi nei corridoi dei ministeri che ad innovare?” Come dire, anche in questo modo si fanno riforme di sistema, si eliminano sprechi, corruttele e si premia la vera economia di mercato, piuttosto che l’imprenditoria assistita. Di pari passo, aggiungo, quei risparmi sui finanziamenti si tramuterebbero subito in significativi tagli alla tassazione delle attività produttive, favorendo esportazione ed investimenti.
Invece niente, come si legge e si sente un po dovunque, il Governo preferisce ulteriori tagli, aumenti delle tasse e qualche mossa demagogica, in modica quantità (tassa sul lusso, riapertura al prelievo sul rientro dei capitali).
Altra considerazione deriva dalla perplessità che suscita la cifra della manovra, si parla di 25 miliardi. Evidentemente si tratta solo dell’antipasto perché negli ultimi mesi i diktat della Bce richiedono manovre sull’entità del debito pubblico. Significa, per quello che si dice, assumere provvedimenti pari a 400 miliardi, un salasso che riguarderà la vendita del patrimonio immobiliare e aziendale dello Stato.
Basterà tutto questo? L’esperienza dimostra che non basterà e che ci saranno momenti di tensione. Probabilmente saranno momenti in cui sarà ridisegnata la geografia politica dell’Italia, non solo nel senso Nord-Sud, ma anche rispetto alle categorie oggi pronunciate: sinistra, centro, destra.
Chi vivrà vedrà.
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