sabato 3 dicembre 2011

Il bicchiere di Martini



Si legge:“Aspettando l'ultima telefonata, a casa Magri. Lalla, la cameriera peruviana, va a fare la spesa per il pranzo, vi fermate vero a colazione? E' affettuosa, Lalla, ha ricevuto tutte le ultime disposizioni dal padrone di casa. No, non ha bisogno di soldi per il pranzo, ci sono ancora quelli vecchi che lui le ha lasciato. La cameriera, prepara il Martini con cura, il bicchiere giusto, quello a cono, con la scorza di limone.”
E poi:
«Andrea oggi ha dieci anni – racconta la mamma Franca, di Cuneo – quando decidemmo di fare questo passo, sette anni fa, avevamo già due figlie adolescenti e abbiano condiviso con loro questa scelta. Oltre alla sindrome di Down, mio figlio soffre di patologie cardiache e respiratorie e, di recente, è risultato positivo alla fibrosi cistica. Come si può immaginare, sono tante le difficoltà e le ansie da affrontare, ma adottare Andrea è una scelta che rifarei cento volte. Non mi sento una mamma speciale, ma semplicemente una mamma. Nonostante i tanti problemi di salute, Andrea è un bambino sereno e noi tocchiamo con mano ogni giorno la fatica e la gioia per ogni suo progresso».
Si potrebbe parlare della morte altrui, soprattutto quando è frutto di disperazione, con maggiore sobrietà, per il dolore che solleva e per la amara constatazione che, sempre, dovrebbe seguire a questi esiti letali e cioè il non avere trovato il senso della sofferenza o della vecchiaia. Ed invece i nostri non arretrano, anche di fronte a drammatiche scelte devono mostrarsi gaudenti, moderni, allontanando ogni altro pensiero se non l’affermazione, quanto mai inattuale, di una presunta libertà padrona della vita e della morte.
Poi ci sono esperienze altrui dove la sofferenza accompagna la vita e se non bastasse c’è chi apre il proprio recinto ed accoglie il dolore ed i problemi degli altri.
Quante persone oggi potrebbero sottrarsi alle difficoltà dei momenti correnti e allontanare da se penuria, tracolli, dissesti, dolori? Chi e cosa li sottrae a queste scelte: il senso della responsabilità per se, per gli altri? la speranza del cambiamento? L’accettazione della vita per quello che offre? Chissà.
Chissà che il tracollo economico non dipende anche dallo smarrimento di valori, di principi, dall’avere ridotto la condizione umana a materia, merce.
Chissà che un vecchio comunista non abbia percepito che, venute meno le prospettive della rivoluzione e del cambiamento, è rimasto solo il bicchiere di Martini dei corifei del potere, incapaci di dare e suscitare speranza, padroni delle sole libertà che conducono, per un verso o per l’altro, verso la morte.

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