Sembrano sotto tono i commenti sulle
elezioni tedesche. La spiegazione, in parte, è dovuta al confronto tra sistemi
elettorali diversi e alla capacità di questi di dare risposte ai problemi.
Contrariamente a quanto temono tanti esponenti nostrani di ogni parte politica,
il paese leader dell’Europa si governa con un sistema elettorale proporzionale,
senza premi di maggioranza e con una soglia di sbarramento congrua ma non
proibitiva per minoranze politiche significative (5%).
Da noi va avanti da anni un dibattito
alquanto sciocco che vorrebbe risolvere tutti i problemi di questo mondo o almeno
del governo del Paese con formule demagogiche. Con un voto gli elettori
dovrebbero votare una super maggioranza (adulterata con un illogico premio
elettorale) con lo stesso voto dovrebbero votare il capo del governo, il tutto
da durare per un’intera legislatura e senza tenere conto di quanto nel
frattempo possa politicamente succedere.
Questa visione dei sistemi istituzionali
denota un pressapochismo che si giustifica con la pari inconcludenza che emerge
dal governo dell’economia. Nemmeno negli Usa o in Francia, ove pure si elegge
direttamente il capo dello stato con poteri più o meno ampi di conduzione del
governo, l’elettore determina tanti effetti con un solo voto. Sempre i sistemi
istituzionale ed elettorali nei paesi democratici prevedono tempi e modalità
diverse per la composizione degli organi istituzionali.
Mente da noi super maggioranze alla Camera
(55% dei seggi) vengono assegnate a partiti con il 25 per cento di voti, in
Germania la Merkel col 42 % di voti deve guardarsi intorno per formare una
maggioranza di governo. E’ il bello della democrazia e la Germania guida l’economia
e la politica del continente. Come diceva Hans Kelsen?:«il sistema della
rappresentanza proporzionale costituisce la maggiore approssimazione possibile
all’ideale dell’autodeterminazinne in una democrazia rappresentativa e quindi
il sistema elettorale più democratico». Loro tengono presente la lezione, da
noi invece si chiacchiera….
L’altra ragione per la quale i commenti ai
risultati elettorali tedeschi si rivelano freddi è dovuta forse al ricordo di
quanto la cancelliera ha già detto tempo fa e che oggi, ringalluzzita dall’ampio
consenso ricevuto, potrebbe confermare:«Non vedo la possibilità di mutualizzare
i debiti finché vivrò».
L’attesa prudente che i nostri hanno
osservato per non disturbare le elezioni in Germania si spiegava forse in un
diverso risultato atteso per le elezioni a Berlino. Chi conosce la politica in
Germania sa che non solo la Merkel ma quasi tutte le parti politiche, nonché l’intero
elettorale, non hanno alcuna voglia di sobbarcarsi il debito e i disastri
finanziari del sistema Italia. La Merkel non potrà fare nulla di quanto
immaginavano fino a pochi giorni fa a Roma. E del resto perché dovrebbe farlo?
Uno Stato che può pagare un giudice costituzionale 430 mila euro all’anno e che
gli consente di lucrare due laute pensioni, è uno Stato ricco e non ha bisogno
di aiuti. Agli speranzosi italioti i tedeschi possono oggi dire:"arrangiatevi".
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