Nuovi ordini della Commissione europea
« Normaliser la contenance des cuves de WC dans
l'Union.
Ce sera 5 litres pour l'évacuation dans les toilettes et
1 litre pour les urinoirs (on pense bien sur à "la grosse/petite
COMMISSION"). »
Mentre la crisi
avanza inesorabile e FazioFabio guadagna con le sue scenenette melense, la Kommissione
europea attraverso i suoi innumerevoli comitati tecnici ha stabilito le misure
e i volumi degli sciacquoni. Norma necessaria per rendere omogenei gli impianti,
così come necessario si rivelò il calibro delle carote. Perché tutto deve
essere omologato, catalogato, organizzato. Queste ed altre novità sono imposte
attraverso meccanismi che sfuggono al controllo ed al potere politico come
storicamente inteso.
Il potere
del popolo che si manifesta concretamente con l’elezione delle sue rappresentanze,
che determinano le politiche dello Stato, è oggi sovvertito attraverso il
meccanismo di trattati(volutamente complessi ed incomprensibili) firmati da
governi che delegano poteri senza limiti di contenuti e di tempo ad organismi
sovranazionali di dubbia valenza democratica.
Tutto quello
che sta avvenendo nel mondo occidentale (Europa, America) ormai sfugge al
volere dei cittadini; di segnali ce ne sono troppi, così come le distrazioni
tante.
Mentre si
passa da un governo all’altro nei Paesi in crisi, senza che elezioni e parlamenti
intervengano in momenti così cruciali, si firmano trattati che ancor di più
legheranno Stati e popolazioni a normative imposte dalle più o meno note sigle
della tecnocrazia internazionale.
Nella
riservatezza più assoluta o meglio in totale segretezza è in fase di
elaborazione un trattato euro americano che ampli ancor di più il mercato di
libero scambio. Il sistema per funzionare ha bisogno di numeri sempre più
grossi. Conclusione sarà che gli Stati come li conosciamo avranno sempre meno
capacità di governo con le loro tradizionali istituzioni e sempre più saremo
governati da organismi di dubbia legittimazione democratica, che imporranno,
come già fanno, cambiamenti epocali (Lori
Wallach, da Le Monde diplomatique, chiede:
Possiamo immaginare delle multinazionali trascinare in giudizio i governi i cui
orientamenti politici avessero come effetto la diminuzione dei loro profitti?
Si può concepire il fatto che queste possano reclamare – e ottenere! – una
generosa compensazione per il mancato guadagno indotto da un diritto del lavoro
troppo vincolante o da una legislazione ambientale troppo rigorosa? Per quanto
inverosimile possa apparire, questo scenario non risale a ieri.”).
E’ di
questi giorni l’imposizione da parte del solito comitato tecnico dell’introduzione
in Europa e dunque obbligatorio per tutti gli Stati dei semi OGM. La Stampa:”Oltre metà dell’Europa non è d’accordo, ma non
c’è molto da fare: la coltivazione del mais geneticamente modificato 1507
prodotto dal gruppo americano Pioneer sarà con ogni probabilità autorizzata in
tutto il continente.”. Nessuno ne parla, nessuno protesta.
In una situazione in cui appare sempre più evidente che le classi dirigenti
sono indaffarate a ripararsi dalla crisi ed a trarre ulteriori vantaggi, si impone
da parte di comitati infarciti di rappresentanti delle stesse multinazionali interessate l’uso di semi che non solo sono sospetti sul piano sanitario, ma costituiscono
l’espropriazione della libertà di coltivazione degli agricoltori. Con questi
semi(brevettati) sarà necessario ogni anno rifornirsi presso i grandi produttori
che ne hanno imposto l’uso (Monsanto, Dupoint). Addio all’agricoltura delle
diversità (a questa diversità!) e della autoproduzione delle sementi: gli
affari non permettono più queste antiche libertà.
Si vorrebbe
un’informazione e una discussione su argomenti cruciali come questi e tanti
altri, ci tocca assistere alle facezie nostrane. Inutili, perché si avverte
ormai da parte di molti che nulla più si decide a Roma se non la spartizione
delle risorse e l’aggravio delle tasse. L’aumento costante delle astensioni
agli appuntamenti elettorali dimostra che tanti cittadini sentono la democrazia
come un simulacro vuoto e senza contenuti e che una classe dirigente, oramai da
anni, ha abdicato alle proprie responsabilità.
Si è rotto
il patto tra cittadini e governanti perché i governanti hanno delegato tutto a
superiori decisori.
Qui restano
le rimasuglie del potere.

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