mercoledì 5 ottobre 2011

Gli irresponsabili



Non se ne può più. Questo Paese ha la classe politica che si merita perché c’è tanta gente che non sa cogliere i veri obiettivi, non sa fare le vere riflessioni e vive di indignazioni quotidiane, emozioni, mobilitazioni da internet, senza che seguano masse consapevoli. Le masse si muovono consapevolmente quando il quadro degli avvenimenti è chiaro ad ogni singolo partecipante e i vertici sono di esempio. E’ stato sempre così nella storia, in Italia oggi no.
L’emozione del giorno (il discorso è delicato) trova il suo epicentro in Barletta ove lo stato di degrado urbanistico edilizio ha prodotto altre morti (mentre, nel frattempo, si costruiscono capannoni senza alcuna utilità). La questione che accende gli animi è il dato remunerativo delle operaie che lavoravano nell’opificio coinvolto dal crollo. Poca remunerazione, troppo lavoro, poche garanzie. Tutto vero. Sta di fatto che in un momento di crisi economica questi dati sono la regola per tante altre realtà produttive e bisognerebbe capire (non giustificare) il perché della diffusa esistenza di situazioni di sottooccupazione e di precarietà. Certo se crolla il fabbricato e ci scappa il morto nasce una tragedia, ma quanti lavoratori giovani o anche maturi devono accontentarsi di 3,95 euro per ora di lavoro? Chi segue e si informa sa che è la regola ormai per milioni di lavoratori, anche occupati (precariamente) presso imprese importanti e anche presso amministrazioni pubbliche.
Oggi la realtà produttiva delle piccole imprese è questa e non sempre dal lato della proprietà vi è grasso che cola. Sarebbe bello un mondo fatto di bianco e nero, di ricchi con barca a Montecarlo e di lavoratori sfruttati. Sappiamo che non sempre è così e l’informazione seria, a partire da trasmissioni televisive serie (da ultima “Presa Diretta” di Riccardo Iacona) dimostrano situazioni complesse e di disperazione, anche da parte di datori di lavoro: piccoli e medi imprenditori, artigiani, lavoratori autonomi. Ci sono manifestazioni di protesta da parte di “produttori” (in Sardegna per esempio) che mettono bene in evidenza le difficoltà di imprenditori i quali per resistere alla crisi ed anche per non licenziare, hanno messo in gioco risorse personali e familiari rischiando e subendo fallimenti. Ci sono numerosi suicidi di imprenditori in questi ultimi anni. Il tutto avviene in una situazione di crisi economica rispetto alla quale il ceto politico in Italia concretamente nulla fa per alleviare le difficoltà, ma che fa di tutto per rendere ancora più difficile la realtà presente.
Bisognerebbe iniziare a capire, tra le altre cose, che i veri responsabili di certe morti, i responsabili veri delle remunerazioni a 3,95 euro all’ora si sanno ed hanno nomi e cognomi, vivono nei Palazzi dei poteri, del potere politico, economico, amministrativo. Chi vuole può informarsi, basta fare una ricerca cliccando i nomi che sappiamo e verificare quanto guadagnano. Cifre sbalorditive, soprattutto di chi vive di casse pubbliche, grazie a leggi infami che permettono cumuli di stipendio.
Dietro i morti di Barletta, dietro la disperazione di tanta gente, di lavoratori e di imprenditori, c’è l’irresponsabilità di tanti signori, con nomi e cognomi, che si sono divisi la torta a proprio favore, lasciando le briciole ai tanti altri. Sono i veri irresponsabili di questo Paese, quelli che hanno dissociato le loro tasche dal potere che hanno di decidere della vita altrui.
Sono quelli che spremeranno il limone fino alla fine pur di salvaguardare le loro tasche, senza che un sussulto di dignità gli permetta di mettere mano ai privilegi delle loro posizioni, così tanto per essere di esempio. Essere di esempio, appunto, roba da libro “Cuore” di De Amicis…altra storia…. questi sono vissuti con la pedagogia di Dallas!
Non lo faranno anche perché sanno che la gente si indigna per una palazzina che crolla e per la paga di un operaio a 3,95 euro all’ora e a nessuno verrà in mente tra gli indignati che quelle morti e quei salari sorreggono le poltrone di chi in questo Paese decide della vita degli altri senza responsabilità.
Chi vuole protestare per i morti di Barletta sappia capire dove si annidano gli irresponsabili-responsabili di questi drammi e tenga presente che la morte delle operaie di Barletta è uguale alla morte per suicidio di tanti imprenditori del Nord, tutti vittime di un sistema in cui i molti che decidono non subiscono né crolli, né crisi.

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