venerdì 23 luglio 2010

Legislazione criminogena


“L'assegnazione degli appalti in gran parte della Campania viene decisa dal clan a tavolino con un meccanismo che si chiama "rotazione". Ossia assicurare le varie imprese compiacenti, per cui di volta in volta si sceglie chi vincerà. Un meccanismo che non permette il monopolio: una azienda che vuole vincere gli appalti può farlo se decide di entrare in rotazione, paga una serie di quote al clan, assume persone, sceglie materiali del clan e a qual punto può partecipare alla rotazione, entra nel sistema. Il clan con la complicità dei pubblici funzionari si fa indicare le imprese che hanno "preso visione"del bando: se ci sono imprese non del sistema, vengono avvicinate e allontanate”.
Saviano su La Repubblica prende spunto dalle ultime vicende riguardanti la “P3” e il falso dossier su Caldoro per ritornare sui sistemi illegali che ruotono intorno alle amministrazioni pubbliche. E’ chiaro che ci deve essere qualcosa di grosso in prospettiva o comunque interessi potenti sono in gioco se la lotta politica all’interno dello stesso partito giunge a comportamenti di quella gravità. Ciò la dice lunga sullo stato delle amministrazioni pubbliche in Campania (ma ormai questi fenomeni, in maniera clamorosa, emergono anche per la Lomabrdia, l’Abruzzo…). Quello che manca alla riflessione di Saviano è l’approfondimento circa il modo stesso di improntare l’amministrazione pubblica, il che dipende in maniera significativa dalle leggi dello Stato.
Più avanti nell’articolo Saviano dice che forse l’unica soluzione è quella di commissariare tutti gli enti pubblici. Non credo a questa soluzione, per tanti ovvi motivi, ma soprattutto occorre considerare che la questione che ci occupa non può essere affrontata solo sul piano giudiziario. Questi fenomeni criminali che si intrecciano con la politica sono ormai il frutto di un sistema voluto da molta classe dirigente di questo Paese per eternare il governo interessato degli affari pubblici. In altre regioni il sistema funziona forse meglio e forse senza l’inconveniente dei clan, ma le leggi sono uguali dalle alpi alla Sicilia. Dobbiamo allora porci una domanda. Perché quello che era un sistema eccezionale per la scelta del contraente nel sistema dei contratti pubblici, ovvero la licitazione privata, da tanto tempo è divenuta la regola? Se si rileggono le parole di Saviano, all’inizio riportate, si comprende che quegli inconvenienti illegittimi e criminali, possono verificarsi solo con l’utilizzo di quel sistema di appalto. Prima di qualche decennio fa il sistema degli appalti era improntato con favore verso l’asta pubblica, che certamente elimina quei pericolosi intrecci e rende impossibili i favori.
Ci chiediamo, perché non imporre l’asta pubblica? Chi oltre ai clan, ha a cuore altre realtà imprenditoriali per cui è necessario l’utilizzo della licitazione privata per determinare il risultato degli appalti?
Oltre gli arresti bisognerebbe assumere decisioni di questo tipo per rendere decente l’amministrazione pubblica in questo Paese… e non solo in Campania.

Nessun commento:

Posta un commento