Havvi un luogo che nomasi Neolandia ove risiede un grandissimo mistero ed esso è propriamente questo: come avvenga che una cittade di molte migliaia d’abitanti sopravviva nel mentre che ognuno è inteso primissimamente ai propri particolari e personali interessi e, voglio dire, anche quando coloro, per istituti e professioni ,siano assegnati alle pubbliche utilità?
Ora, infatti, non v’è nessuno che non veda come qui le intere categorie si industrino e maneggino a ricavar guadagni e facili prebende non tanto in virtù del proprio ligittimo valore, chè niuno le potrebbe giammai contestare, ma soprattutto per quanto esse occupino, violentino ed oltraggino in fiero modo quello che appartiene per diritto alla comunità o popolo dir si voglia.
Cosicchè la soluzione a quel grande e primo mistero me la sono data da me medesimo, che a Neolandia i pubblici uffizi v’hanno sol perché da essi ne traggano profitti ed illeciti giovamenti le privatissime convenienze.
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