mercoledì 19 febbraio 2014

Calibrare gli sciacquoni!

Nuovi ordini della Commissione europea
« Normaliser la contenance des cuves de WC dans l'Union.
Ce sera 5 litres pour l'évacuation dans les toilettes et 1 litre pour les urinoirs (on pense bien sur à "la grosse/petite COMMISSION"). »
Mentre la crisi avanza inesorabile e FazioFabio guadagna con le sue scenenette melense, la Kommissione europea attraverso i suoi innumerevoli comitati tecnici ha stabilito le misure e i volumi degli sciacquoni. Norma necessaria per rendere omogenei gli impianti, così come necessario si rivelò il calibro delle carote. Perché tutto deve essere omologato, catalogato, organizzato. Queste ed altre novità sono imposte attraverso meccanismi che sfuggono al controllo ed al potere politico come storicamente inteso.
Il potere del popolo che si manifesta concretamente con l’elezione delle sue rappresentanze, che determinano le politiche dello Stato, è oggi sovvertito attraverso il meccanismo di trattati(volutamente complessi ed incomprensibili) firmati da governi che delegano poteri senza limiti di contenuti e di tempo ad organismi sovranazionali di dubbia valenza democratica.
Tutto quello che sta avvenendo nel mondo occidentale (Europa, America) ormai sfugge al volere dei cittadini; di segnali ce ne sono troppi, così come le distrazioni tante.
Mentre si passa da un governo all’altro nei Paesi in crisi, senza che elezioni e parlamenti intervengano in momenti così cruciali, si firmano trattati che ancor di più legheranno Stati e popolazioni a normative imposte dalle più o meno note sigle della tecnocrazia internazionale.
Nella riservatezza più assoluta o meglio in totale segretezza è in fase di elaborazione un trattato euro americano che ampli ancor di più il mercato di libero scambio. Il sistema per funzionare ha bisogno di numeri sempre più grossi. Conclusione sarà che gli Stati come li conosciamo avranno sempre meno capacità di governo con le loro tradizionali istituzioni e sempre più saremo governati da organismi di dubbia legittimazione democratica, che imporranno, come già fanno, cambiamenti epocali (Lori Wallach, da Le Monde diplomatique, chiede: Possiamo immaginare delle multinazionali trascinare in giudizio i governi i cui orientamenti politici avessero come effetto la diminuzione dei loro profitti? Si può concepire il fatto che queste possano reclamare – e ottenere! – una generosa compensazione per il mancato guadagno indotto da un diritto del lavoro troppo vincolante o da una legislazione ambientale troppo rigorosa? Per quanto inverosimile possa apparire, questo scenario non risale a ieri.”).
E’ di questi giorni l’imposizione da parte del solito comitato tecnico dell’introduzione in Europa e dunque obbligatorio per tutti gli Stati dei semi OGM. La Stampa:”Oltre metà dell’Europa non è d’accordo, ma non c’è molto da fare: la coltivazione del mais geneticamente modificato 1507 prodotto dal gruppo americano Pioneer sarà con ogni probabilità autorizzata in tutto il continente.. Nessuno ne parla, nessuno protesta. In una situazione in cui appare sempre più evidente che le classi dirigenti sono indaffarate a ripararsi dalla crisi ed a trarre ulteriori vantaggi, si impone da parte di comitati infarciti di rappresentanti delle stesse multinazionali interessate l’uso di semi che non solo sono sospetti sul piano sanitario, ma costituiscono l’espropriazione della libertà di coltivazione degli agricoltori. Con questi semi(brevettati) sarà necessario ogni anno rifornirsi presso i grandi produttori che ne hanno imposto l’uso (Monsanto, Dupoint). Addio all’agricoltura delle diversità (a questa diversità!) e della autoproduzione delle sementi: gli affari non permettono più queste antiche libertà.
Si vorrebbe un’informazione e una discussione su argomenti cruciali come questi e tanti altri, ci tocca assistere alle facezie nostrane. Inutili, perché si avverte ormai da parte di molti che nulla più si decide a Roma se non la spartizione delle risorse e l’aggravio delle tasse. L’aumento costante delle astensioni agli appuntamenti elettorali dimostra che tanti cittadini sentono la democrazia come un simulacro vuoto e senza contenuti e che una classe dirigente, oramai da anni, ha abdicato alle proprie responsabilità.
Si è rotto il patto tra cittadini e governanti perché i governanti hanno delegato tutto a superiori decisori.

Qui restano le rimasuglie del potere.