venerdì 20 gennaio 2012

La santa alleanza



Si governa contro il popolo, in nome di che cosa: della democrazia? dell’economia? di organismi sovranazionali?
Se i trattati internazionali e comunitari vengono ratificati da parlamenti sulla soglia delle vacanze agostane, nel disinteresse della cittadinanza e col silenzio dei mezzi d’informazione (è avvenuto in Italia con l’ultimo Trattato di Lisbona) oppure i trattati, bocciati con referendum (è avvenuto in Francia ed Irlanda) vengono replicati dopo pochi mesi, come una medicina che la gente ignorante deve per forza ingurgitare (per il suo bene, naturalmente). Se governi e parlamenti di paesi europei (non l’Italia) cercano di conservare qualche prerogativa nazionale e vengono trattati come paria e sottoposti a restrizioni. Se le feroci politiche fiscali nulla incidono sulla capacità di produzione, ma si risolvono in prosciugamento di risorse, con ulteriore inasprimento della pressione fiscale e se con il pretesto delle “liberalizzazioni” si vogliono solo aprire spazi alle grandi imprese finanziarie a danno di individui, buttando al macero normative che prima di tutto tendevano a tutelare interessi pubblici (l’igiene, l’affidamento, la sicurezza,…). Se tutto questo avviene col diabolico intendimento (è stato espressamente dichiarato) di approfittare della profonda crisi economica per cambiare economia e società, perché non aspettarsi qualche protesta, nel mentre le forze politiche, soprattutto da noi, fanno silenzio di fronte ai comandi che provengono da organismi che nessuno ha mai eletto?
Ci sono proteste significative dovunque: in Spagna, in Grecia, in Romania, in Irlanda, negli Usa. E qui da noi le proteste vengono descritte come le solite “insorgenze” che tanto danno fastidio alla classe “dirigente” di turno, ai suoi giannizzeri, ai suoi cortigiani.
Nei 150 anni dell’Unità d’Italia si ripropone un copione già noto che vede grandi disegni economici di rapina veicolati con la modernità, con la democrazia, con il progresso. E guai a chi si oppone.
E’ durata una settimana la graticola rappresentata dalla questione delle indennità parlamentari. E’ finito tutto nel dimenticatoio e messo da parte uno dei temi principali sui quali intervenire per raddrizzare una disastrata economia e cioè l’enorme spesa pubblica. Scampato pericolo: i mandarini tirano un sospiro di sollievo!
Così, ancora una volta, la santa alleanza tra il bidello precario e i mandarini delle varie caste ha vinto. Lo schema è perfetto, funziona bene, con il notevole supporto della stampa a servizio e dei tanti che, per poco o per molto, nella casta ci sono o ci vogliono entrare.
Se la protesta parte dalla Sicilia (ovvio) sono mafiosi, se parte dalla Sardegna puzzano di pecora (lo dice Paolo Villaggio). Segue il solito schemetto del pericolo fascista: anche a Zuccotti Park sono fascisti?
Aspettiamo Milano per rendere la cosa più fine e galante, magari qualche professore con occhialini e Hogan ai piedi, magari un girotondo, sperando che non segua un novello Bava Beccaris con i suoi cannoni.
Insomma, è evidente che viviamo in un tempo in cui chi governa pensa di farlo contro il popolo, perché ritiene di essere dalla parte del giusto, del vero, della modernità, mentre il popolo, ignorante, è un puledro da addomesticare a colpi di frustate. La sovranità non appartiene al popolo, ma è espressione della classe degli ottimati, delle elites.
Anche qui stormi di benpensanti, composti pantofolai, acconsentono, perché hanno capito che in fondo non sono (loro) veramente in pericolo e magari (ma si!) si augurano di andare più spesso in taxi (a basso costo). Fa veramente chic!
La chiamano Democrazia, ma ricorda sempre più le oligarchie brezneviane di fine regime, sostenute da schiere di cortigiani, per poco o per molto, sempre più ossequiosi verso il potere e infastiditi dal popolo che protesta.

Nessun commento:

Posta un commento