giovedì 31 dicembre 2009

Raccontino di Natale (a true story)

Nei giorni di Natale di molti anni fa si presentò al negozio di mio padre un bambino.
Era magro e malvestito e tra le manine pallide portava un biglietto sui cui era scritto “ Mi chiamo Francesco, la mia famiglia è molto povera e vi chiedo qualcosa da mangiare almeno la notte di Natale”.
Mio padre si commosse poiché conosceva bene la povertà e da brav’uomo qual era gli consegnò una piccola somma di danaro.
Il bambino sparì e di lui non si seppe più nulla.
Dopo circa vent’anni (come passa il tempo!) si presentò al negozio di mio padre un giovane di bell’aspetto, dallo sguardo fiero e indomito seppure magro e malvestito.
“Mi chiamo Francesco” esclamò e consegnò una lettera a mio padre su cui era scritto “Sono tornato per ringraziarvi dell’aiuto che mi avete dato quando ero bambino e per dirvi che non dimenticherò mai il vostro gesto . Anche adesso in verità non me la passo troppo bene e volevo chiedervi un prestito di cinquemila euro”.
Mio padre da brav’uomo qual era gli diede un calcio in culo e del giovane non si seppe più nulla.

Lettura di fine anno

"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni.

Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto nazionale lordo. Il prodotto nazionale lordo comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.

Il prodotto nazionale lordo mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende la distruzione delle sequoie e la morte della fauna nel Lago Superiore. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, e comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica. [Siamo nel 1968 - ndr]

Il prodotto nazionale lordo si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte nelle nostre città, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.

E se il prodotto nazionale lordo comprende tutto questo, non calcola però molte altre cose. Non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. E' indifferente alla decenza del luogo di lavoro o alla sicurezza nelle nostre strade. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti.

Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi. Il prodotto nazionale lordo non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese.

Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani."
Robert Francis Kennedy

sabato 12 dicembre 2009

Lettera aperta

Carissimo Francesco
le cose che illustra Travaglio sono cose che già nel
1994 erano note. Bastava leggere (cosa che io ho fatto) i primi libri di Gomez
ed altri sulla figura di Berlusconi.
L'antiberlusconismo, di cui anche io mi
sono abbeverato, non è oggi più sufficiente a leggere la realtà complessa in
cui si trova questo Paese e il Mondo che lo circonda. Può darsi che mi sbagli ma sulla scena politica non vi sono eroi,vedo piuttosto opportunisti e servitori
di poteri forti.
Le accuse che possono essere fatte al Cavaliere non tolgono che l'alternativa oggi è data da un
concentrato di uomini ed apparati che sempre più tradiscono la Costituzione
(che per me rimane un riferimento importante) fino al punto di svenderla in
Europa.
Per farla breve, l'Italia si trova oggi in un punto molto delicato ove
vi è una contrapposizione pari ad altri momenti di forte tensione vissuti nella
storia nazionale. Vi è una contrapposizione, oggi, tra chi vive nel mercato e
chi vive insegnando il mercato. Al secondo grupppo appartengono tutti quelli
che vivono di spesa pubblica e a carico dei primi. Questa definizione
(sicuramente rozza e grossolana ) va tenuta presente poichè costituisce la base
esistenziale sulla quale vengono operate le scelte politiche. In altri temimi
(fermo restando la gravità delle cose imputabili al Cavaliere) bisogna sempre
tener presente che la gente vota con la mano sul portafogli ed è inutile
prendersela con la maggioranza dei cittadini se si affidano al Berlusconi (del
resto in questi giorni cose simili le dice il Presidente della repubblica).

Propongo un gioco, che io faccio già da un pò di tempo: quando assisti ai
dibatti di informazione politica fai la carta di identità degli ospiti che
intervengono, verifica il loro tenore di vita e la loro fonte di ricchezza.

Insomma, non basta leggere le cronache di Travaglio per capire la
realtà italiana, occorre capire che in questo Paese si è rotto il rapporto di
equilibrio tra l'autonomia dei singoli e l'autorità pubblica. Quello che il
cittadino può e deve dare allo Stato e quello che lo Stato deve dare e
pretendere dal cittadino.
Noi potremmo anche mandare in esilio il Cavaliere ma
chi e cosa prendiamo in alternativa?: i goldmanboys? i redditieri di Stato? i
maneggioni della spesa pubblica?i Padoa Schioppa? i Draghi?....chi ? e cosa?

Leggere Travaglio non basta per capire questo Paese. Quali sono le
culture politiche che possono produrre programmi ed indirizzi che permettano
una vera, concreta, attuazione della Costituzione repubblicana?

Per finire: la legalità non è semplicemente il rispetto delle regole, la legalità è il
rispetto delle regole in una società giusta.

P.s. : nella prima repubblica vi erano principi e degenerazioni, nella seconda vi sono
solo degenerazioni. Leggere la Storia e la politica con la lente
dell'inquisitore è un modo grossolano e culturalmente povero di capire la
realtà. Cordiali saluti

12 dicembre f.to Canciello