Marcello Boldrini,statistico e demografo
italiano (Matelica 1890-Milano 1969). Professore in diverse università
italiane, fu vicepresidente e poi
presidente dell'ENI (1962-67). Fra
i più insigni maestri della statistica in Italia, compì anche fondamentali
studi di biometria e antropometria, in
particolare sui problemi dell'evoluzione della specie, dell'eredità mendeliana dei
caratteri, delle razze umane, dei caratteri costituzionali degli individui.
Come demografo si occupò del problema della proporzione dei sessi nelle
nascite. Fra le numerosissime sue opere sono fondamentali: Biometrica (1927), Biometria e antropometria
(1934), La fertilità dei biotipi (1931).
In “Cattolicesimo e protestantesimo nella
formazione storica del capitalismo” Amintore Fanfani nel 1944 rispondeva ai
rilievi di alcuni autori esposti in seguito alla lettura della I edizione del
suo testo, del 1934, e a proposito dell’influenza del “costituzionalismo
demografico” di Marcello Boldrini, da lui tenuto in conto (tra tante altre
cause) per spiegare la nascita e lo sviluppo del capitalismo, rigettava ogni
considerazione fuorviante dall’ambito scientifico in cui si collocavano gli
studi del demografo Boldrini.
Vero è che quegli studi svolti tra gli
anni ’20 e ‘30 portarono anche ad aberranti conclusioni assunte sul piano politico,
così come vero è che quegli studi si svolgevano in ambiti scientifici di tutta
Europa, altrettanto vero è che il Boldrini non superò mai la soglia della sua
qualifica di studioso della materia. Successivamente Boldrini fu amico e sodale
dello stesso Fanfani e di Enrico Mattei e con loro fu tra i fondadatori della
democrazia Cristiana nel 1945.
Qui tutta la vicenda che nasce dalla
lettura del testo di Fanfani e dai suoi richiami agli studi di Boldrini. A
questo punto il riferimento a Marcello Boldrini e ai suoi studi fa pensare a
quanto possa invece essere fatale per taluni sapere di questi precedenti. Un
familiare, magari, potrebbe viverli male, come il tipico scheletro nell’armadio
da tenere celato. Così determinandosi una reazione che porta a interessi e
compiti ritenuti doverosamente contrari all’oggetto degli studi compiuti
dall’illustre progenitore. Caso non unico, ma abbastanza frequente, che si
verifica in tanti ambiti familiari, ove qualche discendente particolarmente
scioccato dalle esperienze di chi l’ha preceduto volge la propria vita per
attività del tutto contrastanti, quasi come una penitenza, seguendo una sorta
di legge del contrappasso. Comprensibile atteggiamento, che contrasta però con
funzioni politiche, poiché la politica, si dice, è proprio il campo degli
interessi generali, contrastanti ed in conflitto, ove si richiede capacità di
trattare problemi non per risolvere problemi personali ma per risolverli in
considerazione di tanti interessi meritevoli di tutela.
Più di questo non è possibile andare
perché l’autore della voce “Marcello Boldrini” di Wikipedia, curiosamente,
tiene a precisare: “Non sono pubblicamente noti eventuali matrimoni e/o
discendenti”.
Non dispiace, tuttavia, pensare che prima o
poi una qualche riconciliazione con i propri affetti familiari, anche quando
genitori e nonni non piacciano, possa avvenire, così come brillantemente spiega
Dino Risi in “Caro papà”, nel 1979. Il film finisce con Vittorio Gassman, uomo
d’affari imbarazzante, che ritrova finalmente le lacrime del figlio che tanto
lo disprezzava.
Succede
nelle migliori famiglie.
