sabato 29 dicembre 2012

Avanza il Cretino Specializzato



Viene avanti nella preparazione dell’appuntamento elettorale, in maniera più poderosa, se possibile, il “Cretino specializzato”. Non è mai mancato, l’aveva individuato già Ennio Flaiano con i suoi micidiali aforismi e decenni prima il filosofo Ortega y Gasset, ma oggi che si propone per ruoli pubblici, politici, si sente tutta l’invadenza e il ridicolo che l’accompagna. Il Cretino specializzato va sotto braccia all’ Uomo Comune, il quale ha pure capacità intellettive come non aveva nel passato, “ma queste capacità non gli servono a nulla; a rigore, la vaga sensazione di possederle gli permette di chiudersi maggiormente in se stesso e di non usarle. Una volta per sempre egli consacra l'assortimento di luoghi comuni, di pregiudizi, di parvenze d'idee, o semplicemente di vocaboli vacui che il caso ha ammucchiato nella sua coscienza e, con un'audacia spiegabile soltanto con l'ingenuità, cercherà di imporli ovunque.”(Ortega).
Si propongono candidature di soggetti che già svolgono funzioni pubbliche, delicate, che irrompono con l’aria del debuttante sul ring con la faccia da “spacca sassi” con l’aria di chi dall’alto della sua conoscenza particolare dei guasti della società, mira a mettere le cose a posto una volta per tutte:”datemi il potere e risolverò le cose mettendo a posto i nemici della Società”, facendo capire che la sua precedente funzione non era arma sufficiente alla bisogna.
C’è da preoccuparsi, perché il Cretino specializzato (nel suo lavoro) si propone di mettere su un piano più generale lo stesso fallace metodo di lavoro. Il Nostro ha difficoltà ha mettere in relazione il suo sapere e la sua conoscenza delle cose in relazione ad altri saperi e ad altre nozioni, non è capace di valutare i fatti da prospettive che non siano quelle proprie, solite e che garantiscono la sua sopravvivenza personale, professionale, non riesce a staccarsi dai suoi pregiudizi e dalle proprie sue certezze, non corre il rischio del nuovo.
E così avanza, ancora una volta e più di prima, il Cretino specializzato, che gonfio del suo sapere si propone per risolvere finalmente i mali della Società, non considerando affatto quanto sia importante, essenziale, misurare il suo limitato sapere con il sapere e le nozioni degli altri e la conoscenza più vasta del mondo in cui intende operare. Dovrebbe intimorirlo quanto oggi si afferma da parte di attenti studiosi, quando dicono che la cifra di questi anni è: «Governare per non cambiare nulla»(Fedor Lukianov-Novosti) «L’aspirazione al potere per non fare nulla è un fenomeno nuovo della politica internazionale», facendo riferimenti ai maggiori leader occidentali.
Non è così per il nostro e neanche si preoccupa di queste cose. 
Paranoicamente com’è proiettato ad esporre il suo ritratto, il Cretino specializzato di sicuro compirà l’ultima delle sue fesserie, dopo aver conseguito il potere, scomparirà nel nulla, perché ben altro si richiede a chi veramente vuole cambiare le cose.

sabato 15 dicembre 2012

Tutti per Monti



"L'euro è stato un beneficio soprattutto per i greci",
 “Il lavoro fisso e' monotono”,
“Il decreto produrrà un aumento del Pil del 10%”,
“Non siamo nel mezzo, ma verso la soluzione della crisi”
Tutte dichiarazioni del Professore, Monti, che tutti vorrebbero ancora al Governo, anche dopo le elezioni. In realtà sono pochi quelli che si distinguono in questo dibattito preelettorale, sicuramente Grillo, il comico che mette paura e il Bersani che vorrebbe sostituire Monti senza abbandonare “l’Agenda Monti”.
Alla fine in qualche modo ce lo terremo per la semplice considerazione che nessuno nel frattempo ha riflettuto su di possibili scenari alternativi, su ricette economiche diverse. Del resto la classe dirigente di questo Paese, vasta ed articolata in diversi settori, non se la passa male: hanno fatto causa per respingere i taglietti ai megastipendi e alle pensioni d’oro, mentre la gente soffre e tanti s’impiccano. Perché cambiare?
Qual è il punto di dissenso allora? Resta il solito, sempre presente nelle contese italiane: agguantare il timone del comando per garantirsi e garantire quel milione di persone che (lo diceva già il socialista Martelli) vive di denaro pubblico, dal più basso al più alto livello, dall’interno dello Stato alla cosiddetta economia privata che si regge sugli appalti pubblici.
Come volevasi dimostrare, il Governo Monti produce tassi e indici economici da economia sempre più in recessione e comunque siamo tenuti ad ossequiarlo. Risulta davvero incomprensibile la situazione che si è creata in vista delle elezioni, con tanti competitori che nulla di diverso hanno da proporre, che molto hanno condiviso del Governo Monti e che pure vogliono sostituire, mentre in Europa i maggiorenti vogliono la conferma del Professore.
Per fare che? Il Professore dice:"Spero di cambiare il modo di vivere degli italiani!" Vasto programma! Altri invece pronosticano ben altro sulle intenzioni del Professore e degli europeisti ad oltranza: “Il modello è quello di un’Europa del sud trasformata in una sorta di Bangladesh per l’Europa del nord. Bassi salari, fuga dei cervelli e importazione di braccia per lavori non qualificati” Così Augusto Grandi, giornalista del Sole24Ore autore del libro intitolato “Il Grigiocrate”, soprannome riservato al premier Mario Monti.
Nel frattempo il sistema finanziario tiene conto che «L’Italia è più ricca della Germania in termini pro capite, con circa 9.000 miliardi di euro di ricchezza privata” e dunque c’è ancora molto da fare per drenare denaro in favore delle banche!
Già per la Grecia i tedeschi avanzano proposte-diktat per instaurare “zone franche” ovvero luoghi ove in cambio di investimenti saranno totalmente escluse le normative oggi presenti nelle zone ricche dell’Europa del Nord e i salari saranno ridotti al minimo. Insomma la Cina si avvicina, soprattutto nel Mediterraneo.
Nel frattempo la furbizia italica manifesta tutta la sua tradizionale capacità di sopravvivenza, mentre in prima fila si plaude alla globalizzazione, all’Europa, all’euro, i nostri difendono le province, così, giusto per mantenere segreterie, staff, autisti…
All’inizio della crisi (già alcuni anni sono passati) il Presidente della Repubblica del Messico decise di ridurre il suo stipendio del venti per cento e così fecero, per imitazione, via via, altri dirigenti dello Stato.
Sarà anche la terra dei narcos, ma in Messico chi governa sa dare l’esempio.
E chissà che la delinquenza non si combatta anche con l’esempio.