Chiacchiere inutili si rincorrono
in questi giorni, quelle che meno risultano comprensibili sono quelle che si
riferiscono a legami, accondiscendenze, con poteri economici e finanziari. Come
non avessimo visto altro in questi anni. Chiunque si è avvicinato alla soglia
del governo ha strizzato l’occhio, si è incontrato, ha chiesto benedizioni dai
poteri economici, tutti. Dalla fine della cosiddetta prima repubblica chiunque
è andato al governo o si è avvicinato ad esso ha fatto il suo giro a Londra,
New York, al largo di Civitavecchia e in tutti i luoghi ove si concentrano i
titolari di poteri economici. Per la verità si trattava e si tratta di
esponenti della finanza, che spostano capitali dove meglio vengono serviti.
Capita che per accreditarsi
bisogna fare il bacio della pantofola, si tratta di riti antichi che oggi si
ripropongono con modalità diverse, ma altrettanto risultano essenziali per competere
sul piano politico. Quante volte abbiamo
visto l’uno o l’altro fare la scappatella nei luoghi della finanza
internazionale per ottenere il beneplacito a governare in vista delle elezioni?
L’hanno fatto tutti. E non venga in mente il De Gasperi che ritornava
dall’America con un corposo assegno del piano Marshall. Altri tempi, altre
condizioni (rovine e povertà della guerra). Del resto sui rapporti con i poteri
forti in termini politici e finanziari gli anni che seguirono, con le stragi e
i morti eccellenti, dimostrano che una certa indipendenza c’era e che veniva
pagata cara.
Nel frattempo il governo tecnico
vara una nuova stangata, ma avverte: guai a chi la chiama stangata. Il nuovo
linguaggio della politica cambia il significato delle parole e si predispone a
sanzionare chi la pensa diversamente. Il trionfo della politica liberale non
ammette diversità di pensiero. Dopo fascismo e comunismo stiamo vivendo un
nuovo sistema totalitario. Tra un
punticino in meno di irpef e un punto in più di Iva ci tocca applaudire.
E comunque…altro che Fiorito,
Lusi e Belsito, qui i tecnici le cose le fanno tecnicamente meglio. Il Governo Monti ha dato in fretta, ad inizio
anno, 2,6 miliardi alla banca d’affari Morgan Stanley per un rapporto di
assicurazione sul credito iniziato nel’94. Poche risposte sui particolari della
vicenda, si sa invece che l’operazione venne avviata da Mario Draghi, allora
Direttore generale del Tesoro, che oggi in Morgan Stanley lavora il figlio di
Monti e che Monti governa l’Italia. Si sa anche che operazioni analoghe sono
state fatte negli anni passati con la Grecia, con l’allora vicepresidente di
Goldman Sachs Draghi, oggi presidente della Bce che tanto fa soffrire la
Grecia. I tecnici oggi passano dalle banche ai governi con velocità
impensabili.
Potremmo parlare del Monte Paschi
di Siena con i suoi titoli declassati a spazzatura dalle agenzie di rating
(moderni oracoli economici) mentre nel frattempo il Governo Monti ha dato 3,9
miliardi per il suo (inutile) salvataggio.
Ed ancora, potremmo parlare delle
cambiali emesse dal Governo su cambiali scadute per sostenere i nuovi strumenti
della BCE di sostegno per gli stati in difficoltà (per la verità il sostegno
come si vede và alle banche in difficoltà). Qui succede che il Governo italiano
(ma vale in proporzione anche per Grecia e Spagna) tira soldi dai contribuenti
per darli alla Bce che a sua volta presterà soldi alle banche perché a loro volta
acquistino titoli bancari o titoli pubblici: il cane che si morde la coda. Alla
fine del giro qualcuno paga e qualcuno ci guadagna e si capisce chi sono i
primi e chi sono i secondi.
Ora, seguire le chiacchiere su
quello che incontra chi, che gira intorno alla finanza, lascia il tempo che
trova. Anche avendo riserve sul nuovo che avanza, vengono in mente i giri delle
sette chiese che tutti gli aspiranti governanti hanno fatto in questi anni e
viene in mente quanto la politica sia succube dei cosiddetti poteri forti, per
scelta e per incapacità
In questi giorni qualcuno plaude
la scelta del Governo di introdurre (nell'ambito della stangata) la Tobin tax. Applausi inutili, la maggior
parte delle transazioni finanziarie avvengono sul piano internazionale e passano
per Londra, New York, Tokio. Poco passa per Milano, Madrid o Atene.
Monti sa il
fatto suo! Nel frattempo qualcuno plaude la scelta di Monti, come fosse Che
Guevara.
Continuiamo a farci del male,
mente i tecnici nel frattempo fanno cose tecnicamente concrete.


