domenica 21 ottobre 2012

Nel frattempo....



Chiacchiere inutili si rincorrono in questi giorni, quelle che meno risultano comprensibili sono quelle che si riferiscono a legami, accondiscendenze, con poteri economici e finanziari. Come non avessimo visto altro in questi anni. Chiunque si è avvicinato alla soglia del governo ha strizzato l’occhio, si è incontrato, ha chiesto benedizioni dai poteri economici, tutti. Dalla fine della cosiddetta prima repubblica chiunque è andato al governo o si è avvicinato ad esso ha fatto il suo giro a Londra, New York, al largo di Civitavecchia e in tutti i luoghi ove si concentrano i titolari di poteri economici. Per la verità si trattava e si tratta di esponenti della finanza, che spostano capitali dove meglio vengono serviti.
Capita che per accreditarsi bisogna fare il bacio della pantofola, si tratta di riti antichi che oggi si ripropongono con modalità diverse, ma altrettanto risultano essenziali per competere sul piano politico.  Quante volte abbiamo visto l’uno o l’altro fare la scappatella nei luoghi della finanza internazionale per ottenere il beneplacito a governare in vista delle elezioni? L’hanno fatto tutti. E non venga in mente il De Gasperi che ritornava dall’America con un corposo assegno del piano Marshall. Altri tempi, altre condizioni (rovine e povertà della guerra). Del resto sui rapporti con i poteri forti in termini politici e finanziari gli anni che seguirono, con le stragi e i morti eccellenti, dimostrano che una certa indipendenza c’era e che veniva pagata cara.
Nel frattempo il governo tecnico vara una nuova stangata, ma avverte: guai a chi la chiama stangata. Il nuovo linguaggio della politica cambia il significato delle parole e si predispone a sanzionare chi la pensa diversamente. Il trionfo della politica liberale non ammette diversità di pensiero. Dopo fascismo e comunismo stiamo vivendo un nuovo sistema totalitario.  Tra un punticino in meno di irpef e un punto in più di Iva ci tocca applaudire.
E comunque…altro che Fiorito, Lusi e Belsito, qui i tecnici le cose le fanno tecnicamente meglio.  Il Governo Monti ha dato in fretta, ad inizio anno, 2,6 miliardi alla banca d’affari Morgan Stanley per un rapporto di assicurazione sul credito iniziato nel’94. Poche risposte sui particolari della vicenda, si sa invece che l’operazione venne avviata da Mario Draghi, allora Direttore generale del Tesoro, che oggi in Morgan Stanley lavora il figlio di Monti e che Monti governa l’Italia. Si sa anche che operazioni analoghe sono state fatte negli anni passati con la Grecia, con l’allora vicepresidente di Goldman Sachs Draghi, oggi presidente della Bce che tanto fa soffrire la Grecia. I tecnici oggi passano dalle banche ai governi con velocità impensabili.
Potremmo parlare del Monte Paschi di Siena con i suoi titoli declassati a spazzatura dalle agenzie di rating (moderni oracoli economici) mentre nel frattempo il Governo Monti ha dato 3,9 miliardi per il suo (inutile) salvataggio.
Ed ancora, potremmo parlare delle cambiali emesse dal Governo su cambiali scadute per sostenere i nuovi strumenti della BCE di sostegno per gli stati in difficoltà (per la verità il sostegno come si vede và alle banche in difficoltà). Qui succede che il Governo italiano (ma vale in proporzione anche per Grecia e Spagna) tira soldi dai contribuenti per darli alla Bce che a sua volta presterà soldi alle banche perché a loro volta acquistino titoli bancari o titoli pubblici: il cane che si morde la coda. Alla fine del giro qualcuno paga e qualcuno ci guadagna e si capisce chi sono i primi e chi sono i secondi.
Ora, seguire le chiacchiere su quello che incontra chi, che gira intorno alla finanza, lascia il tempo che trova. Anche avendo riserve sul nuovo che avanza, vengono in mente i giri delle sette chiese che tutti gli aspiranti governanti hanno fatto in questi anni e viene in mente quanto la politica sia succube dei cosiddetti poteri forti, per scelta e per incapacità
In questi giorni qualcuno plaude la scelta del Governo di introdurre (nell'ambito della stangata) la Tobin tax. Applausi inutili, la maggior parte delle transazioni finanziarie avvengono sul piano internazionale e passano per Londra, New York, Tokio. Poco passa per Milano, Madrid o Atene. 
Monti sa il fatto suo! Nel frattempo qualcuno plaude la scelta di Monti, come fosse Che Guevara.
Continuiamo a farci del male, mente i tecnici nel frattempo fanno cose tecnicamente concrete.

giovedì 11 ottobre 2012

I Bambini Ci Guardano



Non c’è solo la crisi che morde e che toglie speranze ai tanti, c’è lo sfilacciamento di ogni sicurezza, che determina drammi umani. Tra i tanti, ma come gli altri non costituisce una novità di questa epoca, lo sfascio dei rapporti familiari. Quello che caratterizza l’epoca presente è la scala industriale con la quale si presentano certi drammi, perché drammi sono, altro che conquiste civili.
Il ragazzo che viene sottratto a scuola dalla Polizia per ordine del giudice con modalità davvero disumane (come mostrato nel video diffuso in questi giorni) in base a valutazioni imperniate su studi come la Pas, di fonte americana, illumina un repertorio vasto che solo gli interessati vivono e comprendono.
Sono i cascami della conquista della civiltà che importiamo dalla terra dove il primo diritto è quello della “conquista della felicità per ogni individuo”. In nome di questo principio barattiamo umanità e dignità, nell’economia e nei rapporti personali. E’ la felicità sganciata dalla responsabilità, dove chi prima arriva è bravo e gli altri son nessuno, che siano figli fa lo stesso, tanto oggi si vive, domani si muore.
A proposito di figli si legge anche questo (Journal of Medical Ethics):”Il benessere delle persone in atto potrebbe essere minacciato dal fatto che il nuovo bambino, anche se sano, richiede energia, denaro e attenzioni di cui la famiglia potrebbe trovarsi a corto. A volte queste situazioni possono essere prevenute attraverso l’aborto, ma in alcuni casi questo non è possibile. In questi casi, dal momento che le non-persone non hanno diritti morali alla vita, non ci sono ragioni per vietare gli aborti post-natali». E’ il progresso, nell'etica, come nell'economia! Homo homini lupus.
I drammi sono drammi. C’è da chiedersi a proposito di figli se Vittorio De Sica avrebbe ancora voglia di occuparsene.

domenica 7 ottobre 2012

I roghi tossici e la finanza



«Il populismo è l’entrata in resistenza di un popolo contro le proprie élites, perché ha compreso che queste lo stanno portando all’abisso». Ancora Vincent Coussedière, filosofo francese, si esprime così per rendere la sua idea di quello che sta succedendo intorno a noi, in Europa.
Ora sarebbe facile dire che dopo i vari casi Belsito, Lusi, Fiorito, Penati e gli altri, che la cronaca riporta ormai quotidianamente, sarebbe facile dire che con questi nomi ci avviamo allo sfascio.
Sarebbe consolante pensare questo, perché quei nomi, insieme a tanti altri, sono i terminali di uno stato disastroso regolato o meglio sregolato da menti raffinate. Comuni, province, regioni sono regolati da normative corpose che negli ultimi anni governi e parlamenti hanno codificato. Il populismo, questo si, che ha eliminato organismi di controllo, ha reso tutti “autonomi” per seguire populisticamente idee di federalismo (era la moda) ove tutti approfittano delle casse pubbliche senza rendere conto, quel populismo ha sconquassato il Paese e lo ha portato ad un passo dal fallimento. Prima dei “Fiorito” vengono nomi molto più importanti che guidavano partiti e governi e che formano i vertici di una classe dirigente: chi ne ricorda i nomi in questi giorni?
Le classi dirigenti di un paese, che non conoscono sacrifici, non danno l’esempio e che si trincerano dietro le polizie fiscali e l’Equitalia per assicurarsi le corpose indennità, tradiscono il popolo (sempre che sia lecito ancora usare questa parola!). Lo tradiscono quando dimenticano l’articolo 1, la norma fondante, della Costituzione italiana che recita: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, appunto, fondata sul lavoro e non sulla finanza. Espressione non messa lì a caso, ma che indica una scelta di valori nel sistema economico interno e tra gli stati.
Le classi dirigenti tradiscono il Popolo quando non tengono conto delle esigenze, dei valori, delle capacità proprie delle genti come storicamente e culturalmente si sono formate.
Un Paese ridotto allo sfacelo, dove aumentano a dismisura le tasse, ove c’è un’assenza (voluta?) di una politica industriale, ove l’unica capacità da dimostrarsi è quella di ridurre lo “spread” ovvero di accontentare e calmare i redditieri, piccoli e grandi, che speculano sulle finanze pubbliche, un paese ove tutte le risorse sono convogliate (come vera destinazione) verso le banche, perché dopo avere creato montagne di debiti, oggi, non debbono fallire. Un Paese ridotto a tale stato tradisce la missione fondamentale assegnata dai costituenti, ovvero quella di preferire il lavoro alla finanza.
Queste nobili classi dirigenti che hanno a cuore disegni fideisticamente perseguiti di organizzare un mondo senza confini, per creare mercati più agevoli per i detentori di capitali, mostrano la loro totale indifferenza per ogni altro valore che non sia quello di servire la grande finanza, a costo di ridurre il Paese ad una landa desolata.
La nota stampa dell’ultimo Consiglio dei ministri comunica: “Il Governo ha deliberato l’impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale: della legge della Regione Basilicata n. 12 del 13 luglio 2012, recante ”Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli di origine regionale a chilometri zero”, in quanto varie disposizioni, volte a favorire la commercializzazione dei prodotti regionali, sono suscettibili, per un verso, di ostacolare gli scambi intracomunitari, ponendosi in contrasto con le disposizioni del TFUE, e, per altro verso, di falsare la concorrenza, risultando discriminatorie nel privilegiare alcuni prodotti solo in base alla loro provenienza territoriale.”.
Qui si coglie l’essenza delle cose, per chi vuole capire. Non c’è da commentare. Addio articolo 1 della Costituzione.
Tra Napoli e Caserta è nato un movimento che denuncia la pratica nefanda di roghi tossici. Benemerite associazioni, gruppi, parrocchie si battono per mettere in risalto la pericolosità di questi fenomeni. Anche qui occorrerebbe riflettere sulle altrettante nefande origini del fenomeno, che non sono solo da attribuire ai delinquenti semplici od organizzati. Metterla così va bene per mobilitare le genti, ma riduce la comprensione del fenomeno.
L’idea di eliminare interi settori produttivi o comunque di non dare sostegno, perché tanto questo e quel prodotto può essere importato dall’estero, provoca non solo cali di produttività, di lavoro, di reddito, per gli individui, per le famiglie, per il Paese. Tale concezione economica produce disastri ambientali, sradicamenti delle popolazioni, povertà culturali (riferita alla capacità di fare le cose) malattie e così continuando produce anche i roghi tossici di cui tanto ci si preoccupa.
Se il Governo, le classi dirigenti abbandonano l’agricoltura perché privilegiano le politiche finanziarie sovranazionali, c’è poco da fare, i roghi tossici e altri fenomeni di incuria ed incultura prevarranno. Non è vero caro Roberto Saviano?
Insomma bisogna guardare un pò più in alto per capire che dietro i Fiorito e i roghi tossici ci sono menti raffinatissime o incapacità colpose.
Se il Governo, la politica, abbandona al proprio destino i contadini della Lucania, baratta reddito e salute alimentare delle popolazioni locali e vicine, se lascia incolti e soggetti ai disastri idrogeologici interi territori, che ne possono conseguire se non i roghi tossici, le frane, i morti, l’emigrazione, la povertà?
Anche per questo, oltre alla rassegnazione, nasce il populismo (come spregiativamente viene indicato). Molti avvertono che le classi dirigenti, i governi, perseguono altri obiettivi e si apre la prospettiva dell’abisso.

martedì 2 ottobre 2012

L`abominevole classe emergente




“Il Mondo a nostra immagine e somiglianza”, così si potrebbe definire quanto scrive il vate, prof. Asor Rosa oggi 2 ottobre su La Repubblica (e dove altro?!) sulla “scomparsa del popolo”.
Il professore, apprezzabile studioso, non riesce a cogliere i mutamenti avvenuti in questi ultimi decenni e si attarda, scompostamente, a richiamare i suoi sulle sue categorie di pensiero e sulla necessità di sconfiggere il “Male”.
Visione messianica che sempre produce disastri quando si afferma in politica. Il novecento e questi primi anni del secolo nuovo dimostrano che quante volte si vuole costruire “l’Uomo nuovo”, “l’Ordine nuovo” “la Società nuova” si spalanca la porta ai gulag e ai campi di concentramento.
Asor Rosa ha molti figli intellettuali che oggi pontificano sui giornali, magari si definiscono liberali (è l’ultima moda) additano al pubblico ludibrio questo e quello che non si allinea, sollevando la sacra indignazione del “popolo”. Il professore di questo parla, della scomparsa del popolo che non riflette più quella sacra superiorità almeno nella sua componente di classe che più sente vicina:”Io sono uno che, molti anni fa, ha creduto che dalla classe operaia sarebbero scaturite le nuove élite, destinate a guidare verso altri traguardi i destini nazionali.”.
Insomma, Asor Rosa, vede sfuggirgli di mano il Mondo in cui ha vissuto: “Recentemente si è tornati a parlare, anche a sinistra, anche dai miei vecchi sodali operaisti, di popolo. Ma la categoria, e soprattutto la realtà, ne sono profondamente mutati.” e trabocca in minacce verso quel mondo avverso. Il professore indica la strada:”Ricomporre il popolo, pur nella diversità delle opinioni politiche, dandogli una prospettiva strategica che punti innanzi tutto all`isolamento, alla sconfitta e alla cancellazione dell`abominevole classe emergente.” Ecco, si comincia a tremare.
Tutto questo perché gli ultimi avvenimenti di cronaca dimostrano lo sfacelo della politica in Italia con i vari casi Fiorito, Penati (!), Belsito, Lusi e la ragionevole certezza che la politica sia condotta secondo valori e pulsioni non edificanti.
Il professore dovrebbe tener conto che il suo “popolo” non è più tale nemmeno nella sua dimensione di classe (visione da lui preferita di tipo salvifica e messianica: un pallino costante) perché almeno dagli anni ’70 i movimenti popolari di massa hanno smarrito la visione d’insieme dei cittadini (come popolo e come classe) ed hanno abbracciato (opportunamente sollecitati a farlo) obiettivi frammentati, riferiti a bisogni individuali, che tali restano, non potendo essi avere valenza politica. Politica e cittadinanza hanno a che fare con la salvaguardia del bene comune non con la somma di bisogni individuali. Oggi è «politico non già ciò che gli individui hanno in comune, bensì ciò che al contrario li rende singolari, li differenzia» così dice il filosofo francese Vincent Coussedière ed ancora:Sono gli individui de-socializzati che il gauchisme intende promuovere e radunare”. Questo è il punto, caro professore.
Avanzano diritti che fanno riferimento a bisogni un tempo propri delle elites ricche e decadenti e tali bisogni sono oggi vessillo dei movimenti popolari in cambio della lotta tradizionalmente attuata per la salvaguardia del benessere dei cittadini tutti (il popolo) e dei lavoratori.
Le avanguardie politiche care ad Asor Rosa hanno riconvertito linguaggio, comportamenti, strategie e da un giorno all’altro (in verità si sono adattati nel corso di qualche decennio) si sono messi al servizio dei poteri forti (oggi si può usare questa espressione, perché molti vedono la realtà): dalle banche, alle politiche proprie di un capitalismo selvaggio che distrugge ogni resistenza, al perseguimento di politiche che impoveriscono popoli.
Il professore dice il vero quando afferma:”il popolo italiano si è disgregato in una serie di frammenti, spesso contrapposti fra loro e ognuno alla ricerca della propria personale, individuale e/o settoriale ricerca di affermazione, di denaro e di potere”.
Fallace è la spiegazione, quando afferma la solita distinzione tra il popolo buono (la classe) e il ceto cattivo: ” Il vero, grande protagonista della corruzione italiana è questo ceto sociale, una classe tipicamente interstiziale, frutto dello spappolamento o dell`emarginazione o del volontario mutismo delle altre, priva assolutamente di cultura e di valori, ignara di progetto, deprivata all`origine e secolarmente di ogni potere,”. Visione assolutamente datata ed infondata che fa dire poi al discepolo Michele Serra che “gli altri” sono tutti quelli che parcheggiano in doppia fila:incivili. Milioni di incivili!
C’è ben altro su cui meditare, lo spappolamento della società riguarda tutti e tutto e le colpe sono variamente distribuibili, altro che, altro che.