
Dopo gli scontri tra i dimostranti e la polizia, lo Stato italiano ha mandato in strada l’esercito. La situazione era divenuta insostenibile dopo che da parte dei dimostranti vi era stata nei giorni scorsi il lancio di granate e colpi di mitra. A malincuore, alla fine, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU è stato costretto ad approvare la Risoluzione 1973bis: sono stati giorni d’attesa e di batticuori, ma la decisione era oramai nell’aria,inevitabile.
Fino all’ultimo, l’ambasciatore italiano all’ONU ha sperato in un veto da parte degli Stati Uniti, ma le ultime notizie sull’ammontare del debito americano hanno condotto all’astensione il rappresentante statunitense, che ha lasciato il Palazzo di Vetro senza rilasciare dichiarazioni. La risoluzione ha visto dunque 13 voti favorevoli, 1 astenuto ed un voto contrario. Da qui, l’intervento dell’ONU.
Nella risoluzione, sono circostanziate le ragioni della decisione e le precedenti violazioni dei diritti umani: si ricorda la brutale repressione del dissenso interno (Genova e Caserma Diaz) con l’aggravante della giustizia mai applicata nei confronti dei colpevoli, per quella che viene definita dall’ONU “macelleria di stampo messicano”.
La risoluzione è stata fermamente richiesta da parte dell’Austria che ha invocato tutela per gli “italiani” di lingua tedesca.
Da Bolzano a Trento i raid aerei applicano il mandato dell’ONU. La Risoluzione 1973bis è molto flessibile ed il comando delle operazioni è stato concordato nell’isola di Santa Lucia, nei Caraibi. Gli aerei della coalizione, che usano le basi francesi, tunisine, libiche e dell’ex Jugoslavia, sono forniti da 29 Nazioni, dall’Algeria alla lontana Nuova Zelanda. La Francia – obtorto collo – è stata costretta ad aprire le sue basi agli aerei della coalizione. Visto il rapporto storico di “cuginanza” i suoi aerei accecano i radar ma non bombardano.
Le operazioni, che stanno coinvolgendo a parti contrapposte tutto il Norditalia, si protraggono da alcune settimane. I leader internazionali si richiamano alla Carta dell'Onu per giustificare l'intervento armato a tutela di una minoranza.
Succede nel Trentino Alto Adige, ovvero il Sud Tirolo come lo chiamano gli abitanti di lingua tedesca.




