
Fa cadere le braccia l’informazione che si riceve in questi giorni da parte dei mezzi di informazione principali e dal passaparola, che anche per le piazze telematiche, tocca argomenti di attualità. Di molti altri argomenti il silenzio è la regola, conviene non parlarne.
La crisi dei paesi del Medi oriente, che pure ci riguarda da vicino, viene ancora una volta ad essere lo spartiacque tra berlusconiani ed antiberlusconiani, con corredo di barzellette e vignette che tanto divertono ma nulla aggiungono alla comprensione dei fatti. Tra una partita e l’altra l’italiano medio si sollazza a chi la spara più grossa sul cavaliere, fa moda.
Non si comprende bene la ragione delle rivolte in contemporanea nei paesi arabi contro i governi nazionali, le ragioni si sprecano, forse è la crisi che solleva più facilmente che da noi masse impoverite ancor di più dall’aumento dei prezzi di beni primari? Chissà, sarebbe bello discuterne, ma anche nei salotti televisivi si riduce il tutto a sbeffeggiare le villanie del leader libico e la sua sintonia col governante pro tempore italiano. Insomma risulta difficile abbandonare per qualche giorno il Bunga bunga per parlare di questioni internazionali, di economia, di assetti strategici che si modellano sotto i nostri occhi. Un’intera classe dirigente non ha capacità, volontà, di affrontare problemi e scenari che sicuramente ci riguardano e che con ogni probabilità renderanno ancor più difficile la situazione già compromessa di milioni di cittadini di questo Paese.
Si potrebbe parlare dell’allarme circa l’elevato livello di corruzione che è presente in Italia, allarme lanciato in questi giorni dalla Corte dei conti che ha parlato di “corruzione patologica? Nemmeno per sogno, ognuno fa finta che il fatto non lo riguarda e tutti sono più autonomisti e federalisti degli altri, non considerando che le più forti autonomie concesse negli ultimi tempi agli enti locali hanno prodotto quella corruzione e quel malcostume che oggi caratterizza fortemente le amministrazioni pubbliche.
Il Pio Albergo Trivulzio, a Milano, è di nuovo nella bufera, come all’alba di tangentopoli,perché luogo di smistamento di favori per i potenti di ogni colore a danno degli effettivi aventi diritto? No, non se ne parla, perché, come si dice in questi casi “ il migliore di noi ha la rogna addosso”, meglio lasciar perdere.
E dunque come potrebbe nascere una rivolta, una ribellione, un moto popolare, in questo Paese se i fondamenti dell’informazione, del dibattito e la realtà di interessi concreti porta lontano dalla capacità di concentrare l’attenzione sui veri mali che attanagliano la cittadinanza?
Mentre si discute di “chi lo fa meglio e di chi lo fa in maniera rozza”, perché in fondo questo è il vero argomento in discussione a proposito del cavaliere, il corpo del Paese và in malora, anzi in putrefazione, non essendo presenti capacità vere per un vero rivolgimento dello stato delle cose.
Se una crisi economica e una situazione di insurrezione generalizzata non sono capaci di andare oltre la discussione sul Bunga bunga, cos’altro ci vorrà per dare una scossa a questo Paese?
Qualche mese fa si rappresentava sulla stampa internazionale l’Italia con un Meridione distinto e denominato con la parola Bordello....và aggiornata quell’immagine, è l’intera nazione che può pregiarsi di quella parola. D’altronde anche da noi cresce il numero di quelli che riecheggiano la nota frase “per me questi e quelli pari sono” e si tiene lontano dalle urne e dal Bordello.



